In Necessary Lines, Marco Cadioli guarda alla terra adottando il punto di vista della visione satellitare, per concentrare la propria attenzione sulle linee che l’uomo traccia sulla sua superficie nel corso della sua incessante appropriazione del paesaggio: linee “necessarie,” secondo la felice definizione proposta da Carl Andre per i dipinti di Frank Stella in un testo del 1959 che si è rivelato determinante per il progetto di Cadioli:
“L’arte esclude il non necessario. Frank Stella ha avvertito la necessità di dipingere strisce. Non c’è altro nella sua pittura. Frank Stella non è interessato all’espressione o alla sensibilità. È interessato alle necessità della pittura […] La pittura di Frank Stella non è simbolica. Le sue strisce sono i percorsi del pennello sulla tela. Questi percorsi conducono solo alla pittura.”
Il credo modernista di Frank Stella trova una impressionante analogia nelle immagini satellitari dei campi arati, che ripetono le linee necessarie dei confini del campo come il pennello di Stella seguiva il perimetro rettangolare e la griglia della tela: segni tracciati dall’uomo senza badare al loro possibile valore simbolico o estetico, ma limitandosi a rispettare l’economia interna di una attività monotona e ripetitiva, di ascendenza fordista; “segni tracciati dall’uomo senza saperlo”, come quelli già cercati da Mario Giacomelli ricorrendo alla fotografia aerea.
Dal 2009, la mappa è il territorio delle esplorazioni di Marco Cadioli, il cui lavoro si concentra da sempre sulla documentazione delle simulazioni. Precorrendo una sensibilità oggi ampiamente diffusa, Cadioli ha affermato la realtà del “virtuale” e la necessità di raccontarlo attraverso lo sguardo analitico della fotografia sin dai primi anni del nuovo millennio, intrufolandosi nelle prime chat grafiche, frequentando come fotografo “embedded” gli ambienti di gioco, producendo reportage dai mondi virtuali e infine concentrando la sua attenzione sull’ambizioso sforzo di replica 1:1 del mondo – e dell’universo a noi noto – avviato da Google con progetti come Google Maps e Google Earth.
Marco Cadioli vive e lavora a Milano, dove è docente presso l’Accademia di Comunicazione. Fra le sue mostre personali, ricordiamo Der Neue Wanderer (Overfoto, Napoli 2009) e Abstract Journeys (Gloriamaria Gallery, Milano 2012). Dal 2004 ha preso parte a festival e collettive a livello nazionale e internazionale, tra cui: Premio Michetti, Francavilla al Mare 2005; Superneen, Milano 2006; Netspace, MAXXI, Roma 2007; Atopic Festival, Parigi 2009 e 2010; FotoGrafia, Macro Testaccio, Roma 2010; Neoludica, Biennale di Venezia 2011; AFK, Casino Luxembourg 2011; BYOB, Museo Pecci Milano 2012; InterAccess Electronic Media Arts Centre, Toronto 2013. Maggiori informazioni: http://www.marcocadioli.com/.