Il 5 febbraio 2016 il Link Art Center ha lanciato Dadaclub.online, un archivio online e una piattaforma creativa tesa a celebrare l’eredità del DADA nel centenario della sua nascita, avvenuta a Zurigo il 5 febbraio 1916. Per un anno, Dadaclub.online è stato il luogo di una continua sperimentazione, e ha promosso il riuso creativo di copie digitali di lavori originali dada. Sulla piattaforma, che è stata visitata 248,672 volte, sono stati pubblicati 148 lavori.
Oggi, 5 febbraio 2017, Dadaclub.online interromperà la pubblicazione di nuovi remix. Il sito resterà online, e continuerà a offrire in pubblico dominio copie di alta qualità di una selezione di lavori dadaisti che resteranno a disposizione per essere usati e abusati; ma cesserà di pubblicare nuove opere nella sua galleria online.
Ma, badate bene, non è una fine: il 25 marzo 2017 il Link Art Center inaugurerà una mostra di tutti i lavori pubblicati sulla piattaforma, insieme a una selezione di originali dadaisti gentilmente messi a disposizione dalla Collezione Campiani. In quella data, un catalogo sarà pubblicato da Link Editions, che fungerà da archivio cartaceo di tutto il progetto. Vi aspettiamo quindi a marzo, presso Spazio Contemporanea, Brescia.
Per celebrare il centounesimo compleanno dada, e il primo anniversario del Dadaclub.online, pubblichiamo oggi due contributi speciali: Dada. State of the Reference (2017), di !Mediengruppe Bitnik, e Kiki Freelancers Worldwide (2017), di Eva e Franco Mattes.
In Dada. State of the Reference, !Mediengruppe Bitnik chiede a Google di valutare Il poeta di Man Ray sottoponendo l’immagine alla sua funzione di ricerca per immagini simili. Cosa vede la macchina in questa opera d’arte? Qual’è lo stato dell’arte, come è determinato da uno dei più influenti custodi di conoscenza al mondo? Il poeta di Man Ray diventa l’input per una ricerca di immagini ricorsiva: ma sfortunatamente, il flusso di immagini abbandona immediatamente il regno dell’arte, passando direttamente ai più recenti tagli di capelli maschili, a Bruce Lee, alle celebrità vietnamite, a sorrisi perfetti, donne con mal di testa, ragazzi sorridenti, chirurgia plastica, celebrità bionde, tagli di capelli femminili. Il processo si conclude alla ripetizione numero 1321, con l’immagine di una macchina della Nespresso.
In Kiki Freelancers Worldwide, Eva e Franco Mattes hanno pagato una lavoratrice freelance, attraverso un sito di lavoro online, affinché si dipingesse sul volto Masque Kiki, di Man Ray. I Mattes, che hanno esplorato le economie della rete e l’outsourcing come mezzo di produzione in lavori recenti come BEFNOED (2013-), Image Search Result (2014-) e Dark Content (2015), qui giocano sull’acuto contrasto tra Kiki de Montparnasse, icona di indipendenza femminile e di libertà intellettuale, e l’anonima lavoratrice online. O è la partecipazione alle pratiche di rete che sta diventando fastidiosamente simile a una forma di sfruttamento?
!Mediengruppe Bitnik (leggi: il non mediengruppe bitnik) vive e lavora a Berlino. Duo di artisti contemporanei che lavorano su internet e con internet, la loro ricerca si estende dal regno del digitale verso lo spazio fisico, servendosi spesso di una intenzionale rinuncia al controllo per sfidare strutture e meccanismi stabiliti.
Eva e Franco Mattes sono una coppia di artisti che vive a New York. Dalla seconda metà degli anni Novanta hanno esplorato l’impatto della tecnologia e della rete sulla società, sfruttando il potenziale di costruzione narrativa, furto identitario, simulazione e intervento sul mondo reale introdotto dai media digitali.